Quarta Domenica di Quaresima – 6 Marzo
Dalla Parola del giorno Lc 15,1-3.11-32
Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita.
Un vecchio nonno e un piccolo nipotino devono intraprendere un lungo viaggio verso un altro paese. Hanno un asino piuttosto malandato, vi si mettono in groppa e cominciano il viaggio.
Attraversano il primo paese che incontrano, la gente li guarda e mormora: "Guarda che insensibilità verso quel povero somaro, ci stanno sopra tutti e due con il loro peso!"
Allora, il nonno dice al bambino: "Rimani solo tu in sella, io me la farò a piedi". E così fanno.
Al secondo paese che incontrano, la gente li guarda e mormora: " Che bambino screanzato: lui bello vispo in sella e il vecchio nonno a piedi. I giovani del giorno d'oggi crescono senza rispetto!"
Allora il bambino dice al nonno: "Sali tu in groppa all’asino, nonno: io continuerò a piedi". E così fanno fino al prossimo paese.
Ma anche qui la gente li guarda e mormora: "Guarda quel vecchio insensibile: lui bello comodo sull’asino, e quel povero piccolo bambino a piedi!"
Allora i due viaggiatori, ormai stanchi di sentirsele sempre dire, prendono un’altra decisione: all’ultima tappa ci arriveranno tutti e due a piedi, così la gente non avrà più da far commenti: né sul povero asino, né sul povero nonno, né sul povero bambino. E finalmente arrivano al paese dove erano diretti. Ma anche qui la gente li osserva e mormora: "Guarda che stupidi quei due: hanno una cavalcatura, e se la fanno a piedi!
Non giudicate e non sarete giudicati. Perché guardi la pagliuzza negli occhi degli altri e non ti accorgi della trave che hai nei tuoi? Togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello. Le parole manifestano sempre cosa c'è nel cuore dell'uomo che le dice…
«Se noi vogliamo andare sulla strada di Gesù, più che accusatori dobbiamo essere difensori degli altri davanti al Padre, chi giudica, invece, è un imitatore del principe di questo mondo (di satana), che va sempre dietro le persone per accusarle davanti al Padre». (Papa Francesco)