Epifania del Signore

epifania1 RID   EPIFANIA DEL SIGNORE

Epifania è scrutare il cielo con i magi per scorgere nella stella la firma del Creatore. Mettersi in cammino con loro e scoprire che l'autore di quella firma è un bambino, un Dio-bambino, ma soprattutto scoprire che quella firma è impressa non solo sulla stella cometa ma soprattutto nei nostri cuori.

«Siamo figli, figli di Dio, e lo siamo realmente», ci ricorda san Giovanni, il Bambino di Betlemme è la firma che autentica il capolavoro che siamo. Incontriamolo, accogliamolo, diventiamo un bel "capo griffato" del Signore e rimettiamoci in cammino diventando "l'autografo" di Dio per gli altri.

Mi è capitato in questi giorni di far visita ad una famiglia che aveva realizzato un bel presepe in casa. Aveva una caratteristica, comune a molti presepi: molte stradine che conducevano e si fermavano davanti alla grotta. Ho provato a chiedere al bambino il motivo di tutte quelle stradine.

La sua risposta: "Facciamo tante strade, perché da tutte le parti arrivano per incontrare Gesù".

Una risposta forse banale, forse ovvia, ma al tempo stesso bellissima, che dice il vero senso del Natale: Dio che si fa vicino, perché noi attraverso tante strade possiamo raggiungerlo e incontrarlo.

'ADORATION OF THE MAGI'E' stata l'esperienza dei pastori, che dopo l'annuncio degli angeli, partono e vanno a quella grotta, ognuno dal posto in cui si trovava, il luogo delle sue occupazioni. E' stata l'esperienza dei Magi. Personaggi strani, la tradizione dice che erano tre e che erano re, il Vangelo, però, ci dice solo, che "vennero da oriente a Gerusalemme", cioè erano stranieri e venivano da lontano.

Questo è il senso, il significato, la bellezza della festa dell'Epifania, cioè la "manifestazione", come ricorda il significato della parola.

Il Messia nato nella grotta di Betlemme non è un tesoro privato di Israele, popolo della promessa, ma è per tutti. I Magi con il loro giungere da lontano, da oriente ce lo ricordano: la salvezza donata da Cristo è offerta a tutti.

E non basta essere vicini per incontrarlo. Erode e i sacerdoti, sono lì vicino, fanno parte del popolo eletto, sono lì, a due passi… eppure sono immobili, chiusi nella loro piccolezza, preoccupati solo di mantenere il potere, non vogliono che cambi nulla, conoscono tutto della legge, della Bibbia, ma hanno paura di quel Bambino.

Ci lasciamo guidare dai Magi. Sapienti abituati a scrutare il cielo, ad ammirarlo, a contemplarlo, a interrogarlo: percepiscono che non può non esserci un Creatore, un Signore e lo cercano.

Vedono spuntare la stella, un segno luminoso, scorgono in essa una firma, la firma dell'autore di quella meraviglia. Si mettono in marcia e scoprono che è un autore-bambino, un Dio-bambino ha firmato! Ma in quel momento, però, fanno una scoperta ancor più eccezionale:  quella firma, non solo è impressa nella cometa, ma è già impressa nel loro cuore.

Oggi che si va a caccia di autografi di celebrità o si paga molto per capi griffati, ci dimentichiamo che la firma più preziosa sta scritta nel cielo stellato (nella creazione) e nel più profondo del nostro cuore.

L'Epifania è dunque riscoprire la "firma" di Dio nel creato e in noi. Dove firmare è rendere fermo e stabile un atto. E la Creazione è proprio la firma indelebile di Dio al suo dono per noi, un dono che dipende da Lui, che richiama a Lui, che Egli rende stabile per sempre!

epifania3 RIDMa firmare è anche assumere un obbligo. E così Dio onora il suo impegno fino a dare il suo Figlio unigenito. A Natale Dio realizza e conferma il suo sogno, fare di noi dei figli, e quel Bambino è la firma di Dio che attesta e realizza proprio che noi siamo figli di Dio e lo siamo realmente! (1 Gv 3,1)

Questo, che stiamo vivendo, è l'Anno della Fede. E fede vuol dire fidarsi, affidarsi, esprime il desiderio di conoscere il Signore, di incontrarlo davvero. Significa, sull'esempio dei Magi, fare dei passi, mettersi in viaggio, mettersi alla ricerca, mettersi in cammino.

Il primo passo è in Isaia: «Alza gli occhi intorno e  guarda». E' sa­per uscire dagli schemi, dalla nostra vita comoda, dalle nostre false sicurezze, a cui attacchiamo il cuore e la vita, sa­per correre dietro a un sogno, a una intuizione del cuore,  guardando oltre.

Il secondo passo è camminare, mettersi in cammino. Un cammino non sempre facile. I Magi vengono da lontano, un cammino lungo e faticoso, ora illuminato, ora buio.L'oscurità obbliga i Magi a sentire gli altri, ad interrogare gli specialisti, a mettersi, attraverso loro, in contatto con la Parola di Dio che li illumina e li guida.

Il terzo passo è cercare insieme. I Magi (non «tre» ma «al­cuni» secondo il Vangelo) so­no un piccolo gruppo che guarda nella stessa direzio­ne, fissano il cielo e gli occhi delle creature, attenti alle stelle e attenti l'uno all'altro.

Ci richiamano alla necessità di confrontarsi con la Scrittura e la comunità dei credenti, con la Chiesa. Isaia, attraverso l’immagine di Gerusalemme, ci presenta la Chiesa come luce delle nazioni: «Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere». Non ha senso allora dire Gesù Cristo sì, la Chiesa no… Il nostro cammino, l'incontro autentico con Cristo può avvenire solo all’interno della Chiesa, della comunità dei credenti.

epifania4 RIDSolo così potremmo rivivere la loro esperienza e cioè un incontro vero con il Dio-Bambino riconosciuto come pienezza di luce, come nostro Re-Dio-Salvatore, fonte di gioia e di gioia vera: «Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima».

Infine i Magi fecero ritorno al loro paese per un'altra strada. Non vogliono solo sfuggire da Erode, la strada è nuova perché è accaduto qualcosa d'importante. È la svolta che subisce l'esistenza di chi ha incontrato il Signore, non può andare avanti con gli stessi sentimenti di prima, né per la stessa via. Ormai la luce ha illuminato i nostri passi, il Segno è in noi, la firma è in noi, siamo noi l'autografo di Dio per gli altri. Tocca a noi mostrarlo agli altri, farlo conoscere agli altri.

Ecco perché i magi ci ricordano che non basta accontentarsi di "fare" i cristiani.
La ricerca dei magi, il loro cammino, il loro sguardo, ci deve smuovere a "essere" cristiani, fino in fondo. Totalmente Suoi.

          don Claudio

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