Nel 2010 Hallie Twomey, una madre statunitense addolorata per la morte del figlio 20enne CJ, affidò parti delle ceneri del defunto agli amici del ragazzo perché le portassero e le spargessero in ogni viaggio che compivano. “Non è riuscito a vedere il mondo”, disse la mamma del ragazzo, “e voglio dargli ora quello che non ha avuto l’opportunità di avere”.
La pratica della cremazione si è diffusa in vari Paesi, e a volte attraverso “nuove idee in contrasto con la fede”. Per questo, la Santa Sede ha sentito la necessità di istruire meglio i fedeli su questo tema.
In tal senso, la Congregazione per la Dottrina della Fede ha pubblicato un documento di istruzione sulla sepoltura dei defunti e la conservazione delle ceneri in caso di cremazione.
Nel testo si afferma che la cremazione non è proibita, “a meno che questa non sia stata scelta per ragioni contrarie alla dottrina cristiana”. Ad ogni modo, “continua a preferire la sepoltura dei corpi poiché con essa si mostra una maggiore stima verso i defunti”, come indica il documento Ad resurgendum cum Christo, approvato da papa Francesco il 18 marzo 2016.
Ad ogni buon conto dal Vaticano si avverte che in tema di cremazione non vale tutto.
Le ceneri non possono essere tenute in casa o ripartite tra i familiari, né è corretta la loro dispersione “nell’aria, in terra o in acqua”. Si può arrivare a negare le esequie, in alcuni casi, se sussistono “ragioni contrarie alla fede cristiana”.
Vediamo i 5 punti chiave della questione, in precedenza solo menzionati:
1. Le ceneri devono essere conservate in luoghi sacri
“Le ceneri del defunto devono essere conservate di regola in un luogo sacro, cioè nel cimitero o, se è il caso, in una chiesa o in un’area appositamente dedicata a tale scopo dalla competente autorità ecclesiastica”. Così si dispone per “ridurre il rischio di sottrarre i defunti alla preghiera e al ricordo dei parenti e della comunità cristiana”. “In tal modo, inoltre, si evita la possibilità di dimenticanze e mancanze di rispetto, che possono avvenire soprattutto una volta passata la prima generazione, nonché pratiche sconvenienti o superstiziose”.
2. Le ceneri possono essere portate a casa solo in casi rari
La conservazione delle ceneri in casa viene permessa solo in casi di “circostanze gravi ed eccezionali, dipendenti da condizioni culturali di carattere locale”, e dietro l’autorizzazione delle autorità ecclesiali.
3. Le ceneri non possono essere divise
Le ceneri “non possono essere divise tra i vari nuclei familiari e vanno sempre assicurati il rispetto e le adeguate condizioni di conservazione”.
4. Le ceneri non possono essere disperse
“Per evitare ogni tipo di equivoco panteista, naturalista o nichilista, non sia permessa la dispersione delle ceneri nell’aria, in terra o in acqua o in altro modo”.
5. Le ceneri non possono essere trasformate in ricordi commemorativi
Non si approva nemmeno “la conversione delle ceneri cremate in ricordi commemorativi, in pezzi di gioielleria o in altri oggetti, tenendo presente che per tali modi di procedere non possono essere addotte le ragioni igieniche, sociali o economiche che possono motivare la scelta della cremazione”.
“Nel caso che il defunto avesse notoriamente disposto la cremazione e la dispersione in natura delle proprie ceneri per ragioni contrarie alla fede cristiana, si devono negare le esequie, a norma del diritto”, conclude il documento.
Per la Chiesa, dunque, l’essenziale non è l’inumazione nella terra o la cremazione; ciò che davvero conta è la fede nella risurrezione.
La certezza della Risurrezione colma di consolazione il cuore umano, ci assicura che saremo uniti per sempre ai nostri cari oltre la morte nella vita che non avrà fine per non essere più separati da coloro che ci hanno preceduto nel segno della fede e dormono il sonno della pace.
E per questi motivi che quando ci rechiamo al cimitero, quando adorniamo la tomba dei nostri cari, quando recitiamo una preghiera, quando facciamo celebrare una santa messa di suffragio, noi non cediamo a un sentimentalismo superficiale, ma rendiamo davvero concreta la nostra fede nella comunione dei santi.