MERCOLEDÌ 15 Marzo 2017
Dalla Parola del giorno Mt 20,17-28
Chi vorrà diventare grande fra voi, si farà vostro servo e chi vorrà essere il primo fra voi, si farà vostro schiavo; appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti
In un magnifico giardino cresceva un bambù dal nobile aspetto. Il Signore del giardino lo amava più di tutti gli altri alberi. Anno dopo anno, il bambù cresceva e si faceva bello e robusto. Perché il bambù sapeva bene che il Signore lo amava e ne era felice.
Un giorno, il Signore si avvicinò al suo amato albero e gli disse: "Caro bambù, ho bisogno di te".
Il magnifico albero sentì che era venuto il momento per cui era stato creato e disse, con grande gioia: "Signore, sono pronto. Fa di me l'uso che vuoi".
La voce del Signore era grave: "Per usarti devo abbatterti!".
Il bambù si spaventò: "Abbattermi, Signore? Io, il più bello degli alberi del tuo giardino? No, per favore, no! Usami per la tua gioia, Signore, ma per favore, non abbattermi".
"Mio caro, bambù", continuò il Signore, "se non posso abbatterti, non posso usarti".
Il giardino piombò in un forte silenzio.
Anche il vento smise di soffiare. Lentamente il bambù chinò la sua magnifica chioma e sussurrò: "Signore, se non puoi usarmi senza abbattermi, abbattimi".
"Mio caro bambù", disse ancora il Signore, "non solo devo abbatterti, ma anche tagliarti i rami e le foglie". "Mio Signore, abbi pietà. Distruggi la mia bellezza, ma lasciami i rami e le foglie!". "Se non posso tagliarli, non posso usarti". Il sole nascose il suo volto, una farfalla inorridita volo via. Tremando, il bambù disse fiocamente: "Signore, tagliali".
"Mio caro bambù, devo ancora farti di più. Devo spaccarti in due e strapparti il cuore". Il bambù si chinò fino a terra e mormorò: "Signore, spacca e strappa". Così il Signore del giardino abbatté il bambù, taglio i rami e le foglie, lo spacco in due e gli estirpò il cuore.
Poi lo portò dove sgorgava una fonte di acqua fresca, vicino ai suoi campi che soffrivano per la siccità. Delicatamente collegò alla sorgente una estremità dell'amato bambù e diresse l'altra verso i campi inariditi. La chiara, fresca, dolce acqua prese a scorrere nel corpo del bambù e raggiunse i campi. Fu piantato il riso e il raccolto fu ottimo. Così il bambù divenne una grande benedizione, anche se era stato abbattuto e distrutto. Quando era un albero stupendo, viveva solo per se stesso e si specchiava nella propria bellezza. Stroncato, ferito e sfigurato era diventato un canale, che il Signore usava per rendere fecondo il suo regno.
"Mio caro bambù", disse ancora il Signore, "non solo devo abbatterti, ma anche tagliarti i rami e le foglie". "Mio Signore, abbi pietà. Distruggi la mia bellezza, ma lasciami i rami e le foglie!". "Se non posso tagliarli, non posso usarti". Il sole nascose il suo volto, una farfalla inorridita volo via. Tremando, il bambù disse fiocamente: "Signore, tagliali".
"Mio caro bambù, devo ancora farti di più. Devo spaccarti in due e strapparti il cuore". Il bambù si chinò fino a terra e mormorò: "Signore, spacca e strappa". Così il Signore del giardino abbatté il bambù, taglio i rami e le foglie, lo spacco in due e gli estirpò il cuore.
Poi lo portò dove sgorgava una fonte di acqua fresca, vicino ai suoi campi che soffrivano per la siccità. Delicatamente collegò alla sorgente una estremità dell'amato bambù e diresse l'altra verso i campi inariditi. La chiara, fresca, dolce acqua prese a scorrere nel corpo del bambù e raggiunse i campi. Fu piantato il riso e il raccolto fu ottimo. Così il bambù divenne una grande benedizione, anche se era stato abbattuto e distrutto. Quando era un albero stupendo, viveva solo per se stesso e si specchiava nella propria bellezza. Stroncato, ferito e sfigurato era diventato un canale, che il Signore usava per rendere fecondo il suo regno.
Noi la chiamiamo "sofferenza". Dio la chiama "ho bisogno di te".
Sei così vicino alla croce che…
Mons. Angelo Comastri, vescovo di Loreto, ha raccontato che anni fa, a causa di un banale disguido medico, si è ritrovato quasi in fin di vita per problemi cardiaci; è andato in crisi, cosa che gli ha fatto capire quanta strada ancora doveva fare cristianamente. In quei momenti ha telefonato a madre Teresa di Calcutta, con la quale era in amicizia, per chiederle un qualche conforto.
"What wonderful thing!", "che cosa stupenda!", è stata la sua risposta. "Madre Teresa, ha capito bene cosa le ho detto? Sto rischiando di morire!". E lei, ancora: "Sei fortunato: sei così vicino alla croce che Gesù può baciarti senza neanche fare fatica".
Mons. Angelo Comastri, vescovo di Loreto, ha raccontato che anni fa, a causa di un banale disguido medico, si è ritrovato quasi in fin di vita per problemi cardiaci; è andato in crisi, cosa che gli ha fatto capire quanta strada ancora doveva fare cristianamente. In quei momenti ha telefonato a madre Teresa di Calcutta, con la quale era in amicizia, per chiederle un qualche conforto.
"What wonderful thing!", "che cosa stupenda!", è stata la sua risposta. "Madre Teresa, ha capito bene cosa le ho detto? Sto rischiando di morire!". E lei, ancora: "Sei fortunato: sei così vicino alla croce che Gesù può baciarti senza neanche fare fatica".