L’ANFORA IMPERFETTA

SABATO DOPO LE CENERI – 8 MARZO
 
Dalla Parola del giorno Lc 5,27-32 
«Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi»
 
L'ANFORA IMPERFETTA
 
04 RIDOgni giorno, un contadino portava l'acqua dalla sorgente al villaggio in due grosse anfore che legava sulla groppa dell'asino, che gli trotterellava accanto.
Una delle anfore, vecchia e piena di fessure, durante il viaggio, perdeva acqua.
L'altra, nuova e perfetta, conservava tutto il contenuto senza perderne neppure una goccia.
L'anfora vecchia e screpolata si sentiva umiliata e inutile, tanto più che l'anfora nuova non perdeva l'occasione di far notare la sua perfezione: «Non perdo neanche una stilla d'acqua, io».
Un mattino, la vecchia anfora si confidò con il padrone:  «Lo sai, sono cosciente dei miei limiti. Sprechi tempo, fatica e soldi per colpa mia. Quando arriviamo al villaggio io sono mezza vuota. Perdona la mia debolezza e le mie ferite».
 Il giorno dopo, durante il viaggio, il padrone si rivolse all'anfora screpolata e le disse:  «Guarda il bordo della strada».
«E bellissimo, pieno di fiori».
«Solo grazie a te» disse il padrone. 
«Sei tu che ogni giorno innaffi il bordo della strada. Io ho comprato un pacchetto di semi di fiori e li ho seminati lungo la strada, e senza saperlo e senza volerlo, tu li innaffi ogni giorno».
 
Siamo tutti pieni di ferite e screpolature ma, se lo vogliamo, Dio sa fare meraviglie con le nostre imperfezioni.
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