don Bosco ci parla:
Due sono le ali per volare al cielo: la confessione e la comunione. VII,50
17. Ho indovinato?
Nelle vacanze scolastiche dell'anno 1878, si presentò a Valdocco il capostazione di Torino accompagnato da un ragazzo sui sedici anni, figlio di un suo amico e studente di tecnica, chiedendo di visitare l'Oratorio.
Don Bosco, che si trovava in cortile, salutato il capostazione, si offrì egli stesso di accompagnarli, facendo il giro della casa e fornendo le più esatte spiegazioni di ogni cosa.
Quando furono per congedarsi, don Bosco, salutato il capostazione, batté la mano sulla spalla del giovane e gli disse:
– Quanto a te, Albanello, fermati qui, ché ho bisogno di parlarti.
Nessuno aveva detto a don Bosco il nome del giovane. Il poveretto restò come intontito, sentendolo pronunziare da don Bosco, e lo seguì come un automa. Giunto in camera sua, il Santo soggiunse:
– Ed ora inginocchiati, perché devi confessarti.
– Ma sono parecchi anni che non mi confesso…
– Lo so, lo so; ed è per questo che ti dico di confessarti.
– Ma ci vorrebbe un po' di preparazione.
– Non occorre. Io ti farò la storia di tutta la tua vita, e tu giudicherai se ho indovinato.
Quando ebbe terminato lo interrogò:
– Ebbene, Albanello, ho indovinato?
– Fin troppo! – rispose Albanello quasi sbalordito.
– Ora, domandane perdono al Signore; poi ti assolverò.
Quel giovane pianse come non aveva pianto mai, poi, alzatosi, voleva congedarsi ma il Santo, posandogli la mano sul capo, continuò:
– Non basta, Albanello: la Madonna ti vuole qui, e tu ritornerai all'Oratorio, ti fermerai con don Bosco che ti darà l'abito da prete e ti manderà missionario.
– Oh, non so… vedremo!
– Sì… lo vedremo, e vedrai se indovinerò.
L'Albanello partì ringraziando, ma ruminando in cuor suo: «Questo poi no!… Né prete, né tanto meno missionario!».
Passarono intanto le vacanze ed Albanello, vinto e stravinto dalla vocazione, si presentò all'Oratorio. In due anni, compì il ginnasio; nel 1880 vestì l'abito per mano di don Bosco; e nel 1882, partì missionario nel Brasile.
Di là, ogni volta che scriveva a don Bosco, ricordava la storia della sua vocazione.